Che aria respiriamo?

Uno dei temi legati alla realizzazione del nuovo parco urbano della Gavoglio è quello della qualità dell’aria. Ovviamente, trattandosi di un ettaro di superficie, non stiamo parlando del “polmone verde” di Genova, come se fosse l’Amazzonia. È sicuro, però, che un’area verde produce dei cambiamenti nel microclima della zona in cui si trova.

Una delle Nature Based Solution utilizzate nel Parco della Gavoglio

Il progetto dello Studio LAND fa interamente uso di quelle che vengono chiamate “Nature Based Solutions” (soluzioni basate sulla natura). Questo significa che ogni parte del nuovo parco verrà costruita con materiali ecologici e con specifiche funzioni. Anche la progettazione degli spazi verdi è avvenuta tramite criteri particolari. Ciascuna di queste soluzioni progettuali è concepita per avere degli effetti positivi sul territorio:

  • riutilizzo dei materiali di risulta degli scavi e, quindi, minore movimento di terra;
  • assorbimento delle acque piovane con rilascio graduale nei fiumi sotterranei e, quindi, abbattimento del rischio di alluvioni;
  • consolidamento del terreno e, quindi, diminuzione del rischio di frane o smottamenti;
  • aumento della biodiversità
  • assorbimento di anidride carbonica
  • aumento delle zone d’ombra, ecc.

Tutte queste soluzioni, che approfondiremo in un altro articolo, contribuiranno, o ci si aspetta che contribuiscano, al raggiungimento di alcuni obiettivi. Il primo è l’abbassamento della temperatura nei mesi più caldi, grazie all’ombra generata dal fogliame e, di conseguenza, la diminuzione del tasso di umidità nell’aria (ogni albero rinfresca quanto cinque climatizzatori). Un altro effetto è quello dell’aumento dell’ossigeno e l’assorbimento di anidride carbonica. Già alle scuole primarie si insegna quella che è conosciuta come fotosintesi clorofilliana: le piante “respirano” assorbendo anidride carbonica, uno dei cosiddetti “gas serra” responsabili dell’innalzamento della temperatura del pianeta, e rilasciando ossigeno. Non a caso è noto a tutti che per “respirare aria buona” occorre andare in luoghi molto verdi, come la campagna o la montagna.

Image by czu_czu_PL from Pixabay 

A parte questi effetti positivi, che sono i più noti, ce n’è anche uno che forse non tutti conoscono. Le piante, tramite la superficie delle loro foglie, trattengono, assorbono e rendono inerti gli agenti inquinanti che conosciamo come “polveri sottili” (PM10, PM2.5) e che creano lo “smog”. Queste piccolissime particelle vengono poi definitivamente neutralizzate dagli organismi che vivono nel terreno, a contatto con le radici della pianta. Per dare un’idea dell’efficacia degli alberi in questo senso, basti pensare che 5.000 piante in un anno assorbono 228 Kg di PM10: una quantità pari quella emessa, nello stesso anno, da oltre 1.000 macchine che percorrono 20.000 Km (fonte: lifegate).

Prof. Paolo Prati – UNIGE


Per misurare l’efficacia degli effetti su aria e microclima del nuovo parco urbano della Gavoglio, il Dipartimento di Fisica dell’Università di Genova ha installato una centralina all’interno del cortile della Casa di Quartiere, immediatamente all’esterno del futuro parco. Successivamente, verrà montata una centralina gemella all’interno del parco. Ciascuna centralina misurerà alcuni parametri fondamentali: temperatura, umidità e la quantità di agenti inquinanti come ozono, ossidi di azoto e polveri sottili (PM10 e PM2.5). Questi dati verranno trasmessi via internet e confrontati tra loro. I risultati, trattati in modo facilmente leggibile, verranno poi caricati su una pagina web e messi a disposizione di tutta la cittadinanza.
Puoi guardare la breve intervista al Prof. Paolo Prati qui.